Le luci della centrale elettrica - Per ora noi la chiameremo felicità (CD)

12.90

Le luci della centrale elettrica - Per ora noi la chiameremo felicità (LTD-039)

01. Cara catastrofe
02. Quando tornerai dall'estero
03. Una guerra fredda
04. Fuochi artificiali
05. L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici
06. Anidride carbonica
07. Le petroliere
08. Per respingerti in mare
09. I nostri corpi celesti
10. Le ragazze kamikaze

Dopo i fiumi di parole e i meritati elogi della stampa, i premi della critica (tra cui il Tenco) e gli innumerevoli spettacoli dal vivo, tornano Le luci della centrale elettrica. Prepotentemente entrati nell'immaginario intellettuale collettivo italiano nel 2008 col disco di debutto Canzoni da spiaggia deturpata, si ripresentano citando una frase di Leo Ferrè. Il giovane artista ferrarese Vasco Brondi, che del progetto Le luci della centrale elettrica è l'ideatore, svela il titolo del secondo album: "C'è una frase di Leo Ferrè che mi ha colpito: 'La disperazione è una forma superiore di critica, per ora noi la chiameremo felicità'. Ecco.. il titolo arriva da lì".
Ed è un titolo che racchiude tutto il senso del percorso de Le luci della centrale elettrica, sia per i contenuti (canzoni spesso disperate, ma che, appunto, racchiudono tutta la critica e l'analisi acuta e poetica dell'autore Vasco Brondi verso il mondo che ci circonda) che per quella propensione all'uso e alla ricerca maniacale della parola, che con Le luci della centrale elettrica, in un mondo devastato dalle immagini, dalla frammentarietà e fuggevolezza della cultura contemporanea, ritorna ad essere vera protagonista, unico baluardo che ci potrebbe traghettare dalla disperazione alla felicità.
Basta scorrere i testi del nuovo disco per capire la forza mastodontica delle parole che ondeggiano come un flusso di coscienza in questo secondo disco de Le luci della centrale elettrica. Le parole "pensate e sofferte" che si sono fatte strada con forza nell'immaginario collettivo italiano, che hanno fatto vincere il premio Tenco a Le luci della centrale elettrica sono ancora qui, inesorabili, a dirci quanto Vasco Brondi sia un autore con la A maiuscola. Per ora noi la chiameremo felicità è quindi un disco importante. Un disco che potrà piacere o non piacere a livello musicale, ma è soprattutto, ancora una volta, un documento che pulsa vita, amore, disperazione, felicità in ogni singola parola.
"Le canzoni", dice ancora Vasco, "parlano di lavori neri, di licenziamenti di metalmeccanici, di cristi fosforescenti, di tramonti tra le antenne, di guerre fredde, di errori di fabbricazione, dei tuoi miracoli economici, di martedì magri e di lunedì difettosi, di amori e di respingerti in mare, insomma delle solite cose. C'è questa orchestra minima, di quattro persone in una stanza, di archi negli amplificatori, di chitarre distorte, di organi con il delay, di acustiche pesanti e di parole nei megafoni". Questo e altro ancora in Per ora noi la chiameremo felicità.

Insieme a Vasco Brondi, a modellare queste canzoni, tre artisti di grande spessore, che hanno dato linfa, con il loro lavoro, alla musica italiana; Stefano Pilia (Massimo Volume), Rodrigo D'Erasmo (Afterhours), Enrico Gabrielli (Calibro 35, Vinicio Capossela), e la partecipazione di Giorgio Canali (PGR, CSI). Una squadra di lavoro fortemente voluta, che conferma quanto Le luci della centrale elettrica sia un progetto in continua evoluzione, con collaborazioni sempre diverse, una sorta di collettivo in cui Vasco Brondi è solo il comune denominatore. La copertina e il booklet del disco sono stati curati da Andrea Bruno, ovvero uno dei più importanti disegnatori underground italiani (Premio Micheluzzi come migliore disegnatore 2010 al Comicon di Napoli).